Tresin Roberto
Il maestro Roberto Tresin vive ed opera a Monselice Padova
Cell.
e-mail: tresrob
BIOGRAFIA
Nato nel 1960 a Monselice in una casa immersa nel verde della campagna, Roberto Tresin fin dall’infanzia sviluppa una spiccata sensibilità pittorica.
I colori, le sensazioni, i sapori del suo habitat a poco a poco lo spingono a cimentarsi con tempere e tavolozza: ne nasce la scoperta di un amore per l’arte che lo spinge ad alternare la sua attività fra pittura e arti applicate.
Sceglie fin da subito di non partecipare a concorsi e collettive, ma nel 1982 espone una personale presso la ‘Loggetta di Monselice’, cuore delle attività culturali della città della Rocca: è il primo confronto pubblico con la sua terra.
Aspetta 13 anni per ripresentarsi e nel 1995, nella stupenda cornice di ‘Villa Pisani’ sempre a Monselice, presenta la personale ‘Colore Introspezione Emozioni‘.
Nel 1997 espone nelle sale del Comune di Castelbaldo con una mostra dal titolo ”…ed è subito sera”. Gianni Pasqualin, sindaco del comune di Castelbaldo, nel foglio informativo della città scrisse: “come Quasimodo nella sua famosa poesia ‘…ed è subito sera…’ anche Roberto avverte la fugacità dell’attimo, di quel vivere che troppo spesso ci sfugge e che solo il colore, i suoi segni riescono a capire: attimi di vita sono per lui i suoi acquerelli”.
Nel 1999 allestisce una personale presso l’Hotel Quisisana di Abano Terme, dal titolo “Il canto del colore” nella quale propone una serie di opere in netta rottura con la sua precedente rassegna artistica, tanto da firmarsi con il nuovo nome d’arte di “Ati”.
Alcune di queste opere, assimilabili a quelle di Schifano, riecheggiano la corrente romana della pop-art, con la natura come soggetto prevalente, dove i colori, come sempre, rivestono un ruolo dominante e la tecnica si sviluppa tramite la stesura di grandi masse di acrilico su tela, formando i contorni di alberi e fiori.
Questo ha permesso a Tresin di conoscere a fondo l’uso del colore acrilico, pigmento che in seguito, grazie alla sua brillantezza, sostituirà definitivamente l’olio.
Il Gazzettino del 23 aprile 1999, pubblicò, in un articolo a firma di CB, quanto segue:
“… una mostra importante per il giovane autore, ‘Ati’ come ha deciso di ribattezzarsi nella firma apposta in calce alle sue opere, una rassegna che testimonia la frattura, talvolta profonda, tra la sua tecnica espressiva tradizionale ed una forma dove il colore assume spazio preponderante, avvicinandosi ai canoni tipici della pop-art e di tante altre forme contemporanee di pittura.”.
Un nuovo percorso artistico era ormai avviato e, quasi per caso, un giorno abbozza figure che ricordavano quelle che da bambino ritagliava nella carta. Elaborate e plasmate tramite il computer, usando particolari software di grafica, realizza ‘forme’ che diventeranno danzatori, guerrieri, biomeccani.
Raccolta una trentina di opere le espone presso la sala “San Rocco” di Este in una mostra intitolata “Computer e fantasia”.
Contemporaneamente, grazie all’intervento del prof. Paolo Rizzi, critico d’arte del Gazzettino, e con la collaborazione della Pro Loco, tiene una conferenza-dibattito dal titolo ”L’arte come misura della nostra società”, a cui partecipano cittadini, insegnanti e studenti degli istituti atestini.