Ferrari Giuseppe
Il maestro Giuseppe Ferrari vive ed opera a fraz. Canale Pergine Vals. (TN)
Cell.338.3940620
e-mail:ferrari.g@alice.it
BIOGRAFIA
Giuseppe Ferrari nativo di Pergine Valsugana, piccola cittadina alle porte di Trento ha sempre respirato in famiglia l’amore per l’arte: il padre Decio, infatti, si dedica con passione alla musica lirica.
Sua madre Lina, ottima disegnatrice proveniente dalla scuola del maestro Giulio Bertoletti, intuì che il figlio aveva una spiccata predisposizione per l’arte pittorica, coltivando l’interesse di rappresentare immagini figurative su quaderni e libri di scuola.
Già all’età di otto anni Giuseppe comincia ad avvicinarsi al cavalletto e colori a tempera, strumenti dei suoi primissimi paesaggi, in cui sono già presenti alberi brulli e scarni di foglie che contraddistingueranno in modo evidente la sua produzione artistica.
Tra il 1974 ed il 1975, frequenta senza convinzione il collegio di Susa di Pergine, dove la sua vena artistica, influenzata dall’ambiente scolastico, manifesta insofferenza con una forma più macabra.
Nel 1984, con l’aiuto di Liliana Fruet, conosciuta pittrice trentina, collabora con “Guernica”, un affiatato e numeroso gruppo di noti artisti Trentini.
Esordisce, così, con la sua prima mostra collettiva, riscuotendo un buon successo che si ripeterà anche nella rassegna dell’anno seguente.
Sempre nel 1985, accompagnato dall’amica pittrice Marisa Fontanesi, entra a far parte dell’archivio del Museo di arte contemporanea a Palazzo delle Albere di Trento, esponendo, diverse diapositive e materiale fotografico.
È nel 1990 che Ferrari si affaccia alla sua prima esposizione personale in Sala Maier a Pergine, presentando 14 tele, frutto di una continua, costante, ossessiva ricerca del colore e di una tematica tutta sua individuale, definita dall’artista stesso post atomico. Il nuovo linguaggio di Ferrari manifesta sapiente maestria che fonde la dimestichezza con campiture, trasparenze e cromatismi al gesto grafico ed elegante della mano, evidenziando quella rara dote che sempre lo accompagnerà nella vita, dipinta in una sublime pagina a lui dedicata da Paolo Zammatteo come se fosse una forza non aggressiva.
Dopo una voluta pausa durata un decennio, nel 2000 ancora a Pergine, espone per la sua seconda personale 15 nuove opere.
La mostra è presentata in modo esemplare dall’amico, oggi scomparso, Nino Forenza, apprezzato storico e cultore, che descrive la visione che Ferrari ha del mondo come surrealmente surreale, nel cui “ritorno ad una vita (non vita) primigenia, gli elementi naturali occupano interamente la scena: terra e cieli grifagni, ghiacci spettrali, acque immobili, astri inconsapevoli o incuranti della catastrofe definitiva”.
Nel tempo la passione per la pittura accompagna Ferrari sino all’estate del 2011, quando nell’Isola d’Elba, casualmente inoltrandosi in un tunnel scavato nella roccia dai soldati della Seconda Guerra Mondiale, nasce l’ispirazione da questa esperienza che lo porterà, qualche mese più tardi, ad esporre ancora una volta in Sala Maier.
Le opere d’arte che comprendevano 24 tele mostrano è un Ferrari completamente rinnovato ed inatteso. La sua visione-incubo del post-atomico con un’assenza, pressoché totale di esseri animati, lascia spazio ad una nuova maniera pittorica, interpretata egregiamente da Pietro Marsilli, che curò magistralmente la presentazione, dichiarando: “ tra mari in tempesta e trombe d’acqua, cascate spumeggianti e tenebrose caverne; resa da sapienti grovigli di verdi freschissimi e rossi infuocati, gialli radiosi e violetti brillanti”.
L’ottimo risultato della rassegna personale di Pergine, determinò il consenso da parte del pubblico, entusiasmando l’artista, che da allora, operò attivamente per presentare in seguito la sua ultima produzione artistica, dal 12 dicembre al 6 gennaio 2013 nella vetrina di Palazzo della Regione di Trento. Anche in quella occasione Giuseppe Ferrari ha riscosso notevole successo, ricevendo a breve l’inaspettata visita della direttrice del Mart di Rovereto e dell’Assessore alla cultura di Trento.