Balduino Luciano

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Il maestro Luciano Balduino Rapallo (Genova) (1992 – 2013)

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BIOGRAFIA

Luciano Balduino nacque a Rapallo (GE) nel 1922, ma ancora giovanissimo si trasferì a Torino.
Si occupò ben presto di pittura e fece dapprima autonomamente ricerche a questo riguardo, orientate prevalentemente verso l’impressionismo, finché, per un perfezionamento, frequentò l’atelier di 
Pippo Bercetti, particolarmente versato invece nella pittura tonale. Con Bercetti studiò per alcuni anni.
Successivamente, sempre alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi, studiò col valente pittore espressionista
Edgardo Corbelli. Grazie anche a questa nuova esperienza, acquisì dimestichezza con diverse tecniche pittoriche, nelle quali si cimentò per qualche tempo.
Le sue opere di quei periodi, esposte sia in rassegne collettive che personali, furono molto apprezzate sia dal pubblico che dalla critica.
Tuttavia, la particolare attrazione di Balduino per il colore, lo indussero a proseguire la sua ricerca sino all’incontro con la “Teoria dei colori” di W. J. Goethe, che gli dischiuse un nuovo mondo e soprattutto nuove accattivanti possibilità di sviluppo del linguaggio pittorico.
Le indicazioni di Rudolf Steiner – noto studioso e commentatore delle opere di Goethe – gli aprirono ampi orizzonti sulle possibilità di utilizzo della lezione goethiana.
Lavorò intensamente e lungamente in questa direzione sin dai primi anni ’70, nella ricerca delle tecniche e procedure atte a produrre componimenti pittorici che, realizzando le indicazioni di Goethe, consentissero di rendere il colore vivo e palpitante.
Un preziosissimo appoggio in questa ricerca Balduino lo ricevette dal pittore italiano 
Beppe Assenza che gli ha ripetutamente concesso di frequentare il suo atelier a Dornach, nei pressi di Basilea. In proficui e numerosi incontri, Balduino ebbe l’opportunità di trarre utili insegnamenti e stimoli dall’originale “metodo del colore” di Assenza, che poté così apprezzare e sperimentare. Per questo, con senso di viva riconoscenza, Balduino considera Beppe Assenza come il suo Maestro.
La realizzazione di componenti pittorici basati sulla teoria di Goethe richiede, per il conseguimento dei suoi fini, lunga esperienza da parte del pittore, capacità tecniche e soprattutto l’affinamento della sensibilità al punto da riuscire a cogliere – prescindendo dalle emozioni individuali – le finissime intime palpitazioni e vive sensazioni insite nella natura dei colori. Il pittore deve imparare a immergersi così intensamente nel colore da percepirne la fluttuante e incessante attività.
Per questo motivo qualsiasi seria ricerca in tale direzione richiede intenso impegno, protratto nel tempo.
Infatti un dipinto, realizzato secondo il procedimento goethiano, consiste nel realizzare una pura esperienza di colore, elaborata fino alla formazione di un componimento compiuto. Da questo, dai gesti e dalle forme che, nel processo, si saranno andate consolidando, l’artista estrarrà delle figurazioni, conferendo così al dipinto un senso, l’espressione di un motivo, di un’idea. Il motivo, l’idea sono dunque il risultato finale di un procedimento di composizione cromatica, non il suo movente. All’apparenza un dipinto goethiano si presenta come un’opera astratta sia nella composizione cromatica che nell’elaborazione delle figure, tuttavia esso non è da considerarsi una derivazione dal vero e proprio astrattismo.
Una più ampia esposizione della pittura goethiana, dei principi su cui si fonda e della tecnica seguita da Balduino per realizzarla si trova nelle altre sezioni del sito.
Balduino iniziò a presentare il risultato della sua ricerca nella direzione goethiana sin dagli anni ’90, allestendo mostre personali e partecipando a collettive, sia in Italia che all’estero.
Questa sua nuova pittura incontrò giudizi molto favorevoli dalla critica e ottenne premi e riconoscimenti. Suscitò particolarmente vivo interesse da parte del pubblico, affascinato dalla luminosità dei colori e soprattutto dalle intime e gradevoli sensazioni che quelle pitture destano nell’anima dell’osservatore.