Vasdeki Riccardo
Il maestro Riccardo Vasdeki vive ed opera a Roma
Cell. 333.6001600
e-mail: riccardovasdeki@gmail.com
BIOGRAFIA
Riccardo Vasdeki: pittore per reazione?
Ebbene si, pittore per reazione al tumore!
Egli non nacque né si sviluppò in ambiente artistico che potesse influenzarlo nella scelta di un’attività artistica (la pittura?) .
Nacque invece da padre ingegnere e da madre casalinga, divenne ingegnere elettronico e, lavorando come tale, a 50 anni scoprì la passione della musica: andò a scuola e le si dedicò con passione diventando compositore (in sedicesimo, naturalmente) e cantautore (in sessantaquattresimo o peggio), ma con grande piacere. Proseguì divertendo se stesso ed i parenti vittime delle sue canzoni-sfottò fino a che sentì un disturbo alla gola: “E’ un tumore, caro Signore, e si deve operare subito”. Così fece, e naturalmente ne uscì afono o quasi. Addio alle canzonette!
E adesso che fare? Per non pensare più alla musica comprò tubetti, pennelli, ed un tavolone di legno e senza alcuna esperienza iniziò a riempire la tavola di colori per riprodurre una bella immagine che lo aveva colpito: il golfo di Sperlonga con il Monte Circeo. Ai parenti il quadro piacque (è ancora al posto originario e riempie la parete di una casa estiva) e lo spinsero a continuare; lui si divertiva, e continuò con i quadri-fotografia: quelli uguali alla realtà…Continuò , ma con passione decrescente fino quasi a fermarsi.
Ma a quel momento intervenne la buona sorte, che gli fece incontrare Mario Salvo, noto ed importante pittore che dipingeva con tecnica di spatola stratigrafica; si parlarono, lui vide i quadri del maestro, si entusiasmò ed iniziò a prendere lezioni.
In un crescendo di entusiasmo il nostro cominciò ad usare la difficile tecnica della spatola stratigrafica seguendo il suo nuovo maestro nell’interpretare personalmente ciò che vedeva; scoprì la straordinaria bellezza dei cieli all’alba e al tramonto ed imparò ad usare il rosa, l’indaco, il violetto, poi capì la trascinante forza del mare mosso, ed usò i toni del verde, il verde-acqua, l’ottanio, e così via per ogni nuovo spettacolo della natura, mai uguale a nessuno dei precedenti. Ogni quadro diventava per lui una nuova avventura nel tentativo di riprodurre quanto vedeva aggiungendovi tonalità personali che rendessero anche le sensazioni che provava. L’avventura continua, riempendogli la mente ed il tempo quotidiano che lui cerca di strappare alle varie altre attività.
“Non avevo mai maneggiato un pennello fino al giorno in cui un intervento chirurgico alle corde vocali pose fine ad una promettente carriera di cantautore. Così, per reazione, decisi di dedicarmi alla pittura. Dapprima cominciai con i quadri-fotografia, cioè quelli che riproducono al meglio la realtà , traendone immediata soddisfazione Ma essi non lasciavano spazio allo spirito creativo dentro di me e dopo qualche tempo mi stancarono. Volevo continuare a dipingere, ma in maniera nuova e più coinvolgente.
A questo punto intervenne la buona sorte: incontrai il maestro internazionale di spatola stratigrafica Mario Salvo, ed iniziai a prendere lezioni da lui. Mi insegnò l’uso della spatola e la varietà ed applicabilità dei colori esistenti; usando la spatola scoprii le possibilità espressive di questo misconosciuto strumento, e soprattutto la velocità di esecuzione intrinseca, che consente la realizzazione di un quadro in unica sessione e quindi con stato d’animo unitario e non spezzettato in varie sessioni; inoltre mi insegnò cosa vedere negli spettacoli naturali facendomi scoprire la straordinaria bellezza dei cieli all’alba e al tramonto impastati di rosa, indaco e violetto, e anche la trascinante forza del mare mosso, impastato di verde, verde-acqua, ottanio…insomma una vera rivoluzione nelle mie sensazioni e nella mia mente: divenni un altro pittore. Ogni quadro diventò una nuova avventura nel tentativo di riprodurre quanto sentivo, aggiungendo tonalità personali ed anche un nuovo sfogo alla mia fantasia che per tanti anni era stata compressa e repressa dalla mia forma mentis professionale (l’ingegneria). Il libero sfogo della fantasia nei soggetti  e nelle tonalità di colore scelti liberamente è uno dei piaceri maggiori che traggo dal mio modo di dipingere attuale. E per questo una critica d’arte mi ha definito “pittore sensoriale”. In età matura è stata un’esperienza entusiasmante scoprire in me una natura nuova e più emozionante di quella che conoscevo, entrare in un mondo nuovo fatto di sensazioni, di stati d’animo, di modalità comunicative basate sulla vista ed anche di emozioni: l’apprezzamento più gradito mi è venuto da un amico già amante della pittura che mi ha scritto: “I tuoi quadri mi emozionano…”.
Ma il processo di rinnovamento descritto mi ha portato oltre. Dopo un paio di anni di lezioni dal maestro Salvo gli ho detto di sentire in me una spinta verso qualche modalità nuova di dipingere, ed egli mi ha risposto di provare a lanciarmi nel campo dell’arte concettuale, cioè di quella “espressione artistica” in cui i concetti e le idee espresse sono più importanti del risultato estetico e percettivo dell’opera stessa. Dopo un paio di goffi tentativi subito abortiti si andò lentamente formando in me l’idea di usare un quadro figurativo per esprimere una situazione, e quindi dipingere quadri battezzati “situazionali”
Trattasi di normali quadri figurativi in cui l’osservatore riceve un messaggio “situazionale” da una parte dell’immagine avente forma o colorazione anomala e dal titolo che serve all’interpretazione dell’anomalia dipinta. In sintesi, i quadri situazionali sono quadri tradizionali a cui è stata aggiunta la componente emotiva che li fa diventare filone dell’arte concettuale. Uno dei primi quadri situazionali si chiama “SPERANZA” in cui l’immagine del mare agitato sotto un tramonto complesso viene rotta dalla presenza di uno scoglio dall’insolito colore verde che colpisce l’attenzione. La chiave di lettura è data dal titolo SPERANZA (che la mente associa usualmente al colore verde) che induce a pensare che in un mare mosso uno scoglio rappresenta una possibilità di fermarsi e quindi di salvarsi. Successivamente ne ho dipinto altri chiamati ISPIRAZIONE, TIMORE, STUPORE, SOGNO E REALTA’, AMICIZIA, SOLITUDINE, DISPIACERE ed altri ancora fino ad uno recentissimo in cui si osserva un cervo in una spiaggia, e la chiave di lettura è data dal titolo DISORIENTAMENTO che indica lo stato d’animo del cervo in un ambiente a lui insolito. Il maestro Salvo così si esprime: “Quella usata da Riccardo Vasdeki nei suoi Quadri Situazionali è una tecnica geniale che ritengo un’evoluzione latente e parallela dell’espressionismo, ma realizzata in modo più globale e concettualmente più moderna ed avanzata rispetto alla tradizionale, legata principalmente a mostrare espressioni esterne di atteggiamenti interiori dell’animo umano”.
Ma non finisce qui; infatti il processo creativo nato con i quadri situazionali mi ha portato a ideare un nuovo tipo di quadro concettuale già abbastanza definito sia mentalmente che in alcune realizzazioni iniziali, e che spero di rendere pubblico entro il 2018.
In conclusione dopo una vita in cui ero appellato “ingegnere”, ho scoperto e soprattutto praticato un mondo nuovo in cui l’appellativo è “maestro”: due mondi diversi fra i quali è ben difficile scegliere. Spero di riuscire a diffondere le mie opere, soprattutto i quadri situazionali presso critici d’arte e anche persone comuni, perché esse sono rivolte a tutti coloro che amano le sensazioni ed anche l’intrigo del gioco dell’interpretazione del quadro, sicuramente più coinvolgente emotivamente dell’osservazione di un quadro tradizionale. E spero anche di riuscire a conoscerne la comprensione ed il gradimento.“
Riccardo Vasdeki aprile 2018
RICCARDO VASDEKI, PITTORE DELL’IMPALPABILE
Riccardo Vasdeki iniziò da autodidatta dipingendo quadri da fotografia, che dopo qualche anno lo stancarono. Incontrò il maestro internazionale Mario Salvo che gli insegnò ad usare la spatola e, soprattutto, ad aggiungere nei quadri tonalità personali dando nuovo sfogo alla sua creatività . In seguito ha ideato i “Quadri situazionali, quadri figurativi che diventano quadri concettuali grazie ad una anomalia cromatica nell’immagine e al titolo-guida, fattori che guidano l’osservatore ad una riflessione ed alla comprensione della “situazione” espressa.